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Chi non sono

Ora, chi sono? Come mi presento al mondo? È interessante notare che, nel presentarsi, la prima domanda che ci poniamo è proprio: CHI SONO? Una domanda che, in realtà, ci si pone davvero solo a un certo punto della propria esistenza.

Nella prima fase della mia vita mi sono accontentata di rispondere: una studentessa, poi una madre, una moglie, un’imprenditrice, un’atleta nel campo del nuoto, una personal trainer, perché prendersi cura del proprio corpo è importante, e così via… Ma quel “Io chi sono?”, senza che me ne rendessi conto, era già diventato la chiave, una porta di accesso che, una volta varcata, avrebbe aperto le porte alla vera magia.

Perché la risposta più profonda alla domanda “Chi sono?” presuppone una consapevolezza essenziale: non posso essere ciò che faccio, ma colei che sta facendo esperienza di tutto questo. Ma su questo torneremo dopo…

Nel corso della vita ho vissuto molte esperienze, affrontato tutte le dinamiche che ogni essere umano, in fasi e modi diversi, incontra lungo il proprio cammino evolutivo: il caos, la confusione, l’insoddisfazione, la crisi. Come figlia, moglie prima e compagna dopo, madre e professionista, posso dire che queste emozioni hanno dominato il palcoscenico della mia vita per anni.
Ho studiato molto, intrapreso due diverse lauree e sperimentato vari ambiti lavorativi, sia come dipendente sia come libera professionista, convinta che “sperimentarmi in autonomia” mi avrebbe portata alla realizzazione. Ma così non è stato. C’era ancora un’insoddisfazione latente, un vuoto che sembrava incolmabile.

Ho vissuto la maternità con gioia, ma anche con la frustrazione di sentirmi spesso inadeguata e incapace, secondo gli standard del “DEVI ESSERE”. Mi chiedevo quale fosse il confine tra una professionista, una donna realizzata e una madre di famiglia.

Frustrazione: questa potrebbe essere la parola che definisce quegli anni. Uno scontro interiore costante tra ciò che “si dice devi essere” come madre, professionista, compagna, figlia, e ciò che realmente sentivo dentro di me. Questo conflitto mi ha spinta a ribellarmi, a cercare nuove strade, a esplorare diversi campi di conoscenza: olistico, scientifico, accademico, spirituale, religioso. Ho riempito intere pareti di attestati, qualifiche e master, nella speranza di trovare risposte concrete a un sentire profondo che continuava a risuonare dentro di me. Ma era davvero tutto qui?

Ed è proprio nel corso di questi studi e delle esperienze più intense e delicate della mia vita che ho iniziato a comprendere la natura dell’essere umano, le dinamiche che mettiamo in atto, le sfide che ci accomunano e, soprattutto, ciò che realmente cerchiamo: la felicità attraverso la scoperta di chi siamo davvero.

Durante uno di questi momenti di crisi, ho vissuto una vera e propria INIZIAZIONE. Utilizzo questo termine per descrivere una fase in cui le scelte diventano vere e proprie PROVE INIZIATICHE, dove, nonostante l’incertezza e l’insicurezza, il nostro essere avverte che dietro ogni passo c’è un sentire interiore più profondo. Da quella scelta, si gioca l’intera partita della vita.

È in questo momento che ho sentito il richiamo di Akasha. Da qui, la mia esistenza ha preso una direzione completamente nuova.